Il libro VII delle Metamorfosi presenta insidie interpretative irrisolte, quali la funzione di Medea, apparentemente duplice, nonché l’assenza di vere e proprie metamorfosi nei suoi tre racconti principali, letti come segmenti disgiunti. Attraverso la fittissima rete intertestuale (costituita in larga parte da echi virgiliani) si scopre però che, lungi dall’essere meri «pezzi di bravura», i prodigi di Medea e la narrazione della peste – in un fine gioco di riverberi interni – rappresentano la chiave di lettura unitaria dell’intero libro, alla luce della consueta metafora elegiaca eros/nosos. La peste, potente «Realisierung» didascalica del tropo elegiaco, svela il gioco metaforico sotteso al libro e i carmina di Medea si rivelano come null’altro che un ennesimo remedium amoris. Ma la magia di Medea, nella consapevolezza retorica delle sue metafore (speciosa nomina), diviene anche immagine stessa della poesia ‘spettacolare’ delle Metamorfosi, nel suo tentativo costante di sondare i limiti dei carmina.

Medea’s magical metaphors: ars amandi and ars medendi in Ovid, Metamorphoses 7

ZIOSI, ANTONIO
In corso di stampa

Abstract

Il libro VII delle Metamorfosi presenta insidie interpretative irrisolte, quali la funzione di Medea, apparentemente duplice, nonché l’assenza di vere e proprie metamorfosi nei suoi tre racconti principali, letti come segmenti disgiunti. Attraverso la fittissima rete intertestuale (costituita in larga parte da echi virgiliani) si scopre però che, lungi dall’essere meri «pezzi di bravura», i prodigi di Medea e la narrazione della peste – in un fine gioco di riverberi interni – rappresentano la chiave di lettura unitaria dell’intero libro, alla luce della consueta metafora elegiaca eros/nosos. La peste, potente «Realisierung» didascalica del tropo elegiaco, svela il gioco metaforico sotteso al libro e i carmina di Medea si rivelano come null’altro che un ennesimo remedium amoris. Ma la magia di Medea, nella consapevolezza retorica delle sue metafore (speciosa nomina), diviene anche immagine stessa della poesia ‘spettacolare’ delle Metamorfosi, nel suo tentativo costante di sondare i limiti dei carmina.
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