The origin of the Spanish word añadir is to be sought in the Vulgar Latin *ĭnnaddĕre (ĭn + addĕre). The cause of the geminate -n- has been explained in several ways. The hypothesis which has received the greatest attention has been advanced by Joan Corominas, who attributes the supposed ĭnnaddĕre to a reanalysis process. The most likely explanation, however, is that the lengthening of the final -n- of the prefix could be explained in a pan-Romance perspective. Several studies have demonstrated the existence, in ancient and modern Italian and Romanian varieties, of a process of “doubling of the final prevocalic consonant”. This phenomenon originally affected all monosyllables and one-syllable prefixes ending in a consonant, whereas, today, it takes place generally in a limited number of words. Evidence of a final consonant doubling may also be found in the Gallo-Romance domain. With regard to the Ibero-Romance varieties, it should be noted that the doubling of the final -n- of the prefix is well attested in modern Catalan. From these data one may infer that the doubling process was already present in Late Latin or Proto-Romance. Such a theoretical framework provides a coherent explanation of the Vulgar Latin *ĭnnaddĕre.

All’origine dello spagnolo añadir si deve postulare la forma latino volgare *ĭnnaddĕre (ĭn + addĕre). La causa del raddoppiamento della -n- è stata spiegata in diversi modi. L’ipotesi che gode di maggior credito è quella formulata da Joan Corominas, che riconduce il supposto *ĭnnaddĕre a un processo di risegmentazione. È più verosimile che il raddoppiamento della -n- finale del prefisso vada spiegato in una prospettiva pan-romanza. Diversi studi hanno dimostrato l’esistenza nelle varietà italiane e romene antiche e moderne di un processo di «raddoppiamento della consonante finale prevocalica». Tale fenomeno riguardava in origine tutti i monosillabi e i prefissi uscenti in consonante, mentre oggi appare produttivo in un numero limitato di forme. Tracce del raddoppiamento della consonante finale sono rinvenibili anche nel dominio galloromanzo. Per ciò che concerne le varietà iberoromanze, va notato che il raddoppiamento della -n- alla fine del prefisso è abbondantemente attestata nel catalano moderno. Da ciò si inferisce che il processo fosse già presente nel latino tardo o protoromanzo. L’origine del latino volgare *ĭnnaddĕre trova una spiegazione coerente all’interno di tale quadro teorico.

Sull’origine dello spagnolo añadir

ANDREOSE, ALVISE
2016-01-01

Abstract

The origin of the Spanish word añadir is to be sought in the Vulgar Latin *ĭnnaddĕre (ĭn + addĕre). The cause of the geminate -n- has been explained in several ways. The hypothesis which has received the greatest attention has been advanced by Joan Corominas, who attributes the supposed ĭnnaddĕre to a reanalysis process. The most likely explanation, however, is that the lengthening of the final -n- of the prefix could be explained in a pan-Romance perspective. Several studies have demonstrated the existence, in ancient and modern Italian and Romanian varieties, of a process of “doubling of the final prevocalic consonant”. This phenomenon originally affected all monosyllables and one-syllable prefixes ending in a consonant, whereas, today, it takes place generally in a limited number of words. Evidence of a final consonant doubling may also be found in the Gallo-Romance domain. With regard to the Ibero-Romance varieties, it should be noted that the doubling of the final -n- of the prefix is well attested in modern Catalan. From these data one may infer that the doubling process was already present in Late Latin or Proto-Romance. Such a theoretical framework provides a coherent explanation of the Vulgar Latin *ĭnnaddĕre.
2016
All’origine dello spagnolo añadir si deve postulare la forma latino volgare *ĭnnaddĕre (ĭn + addĕre). La causa del raddoppiamento della -n- è stata spiegata in diversi modi. L’ipotesi che gode di maggior credito è quella formulata da Joan Corominas, che riconduce il supposto *ĭnnaddĕre a un processo di risegmentazione. È più verosimile che il raddoppiamento della -n- finale del prefisso vada spiegato in una prospettiva pan-romanza. Diversi studi hanno dimostrato l’esistenza nelle varietà italiane e romene antiche e moderne di un processo di «raddoppiamento della consonante finale prevocalica». Tale fenomeno riguardava in origine tutti i monosillabi e i prefissi uscenti in consonante, mentre oggi appare produttivo in un numero limitato di forme. Tracce del raddoppiamento della consonante finale sono rinvenibili anche nel dominio galloromanzo. Per ciò che concerne le varietà iberoromanze, va notato che il raddoppiamento della -n- alla fine del prefisso è abbondantemente attestata nel catalano moderno. Da ciò si inferisce che il processo fosse già presente nel latino tardo o protoromanzo. L’origine del latino volgare *ĭnnaddĕre trova una spiegazione coerente all’interno di tale quadro teorico.
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