Abstract: La centralità della persona, anche in una prospettiva formativo/progettuale, se da una parte risulta essere imprescindibile una ratio teoretica dell’’educazione, elaboratrice di principi etico-antropologici non negoziabili appunto trasversali, dall’altra parte si pone come necessaria anche una ratio teorica per l’educazione, la quale sviluppa progetti che devono essere contestualizzabili e che sono comunque esposti ai rischi di fallimento per le più diverse ragioni. Purtroppo, però siamo sempre più costretti ad associare il nostro pensiero a quello espresso da L. von Bertalanffy, padre della teoria generale dei sistemi, il quale dichiara la mancanza di un orizzonte comune dei vari settori del sapere, o per lo meno un’assenza di orizzonte di senso, per usare memorie aconiane, capaci di offrire una ratio teorica per l’educazione di successo. Dello stesso parere è Jerry Pocztar (1989), il quale asserisce che “riunendo le parti trattate dalle diverse scienze non si ritrova un tutto omogeneo”, insomma come a voler dire che la ratio teorica non riesce a orientarsi nei suoi stessi meandri epistemologici. Questa mancanza di unitarietà sistemica aumenta il quadro entropico del processo educativo, e di frastagliamento dei saperi che investigano la persona e le sue infinite potenzialità, tanto da portare ad un indebolimento delle finalità ultime. Ecco, allora, che la ratio teoretica dell’educazione è sempre più una ratio teoretica della pedagogia, la quale, seppur dichiarandosi come disciplina autonoma, reclama un cerchio – attraverso la metafora piagetiana – di solidarietà scientifica.

La ricerca della persona nella persona

Mancini Riccardo
2017-01-01

Abstract

Abstract: La centralità della persona, anche in una prospettiva formativo/progettuale, se da una parte risulta essere imprescindibile una ratio teoretica dell’’educazione, elaboratrice di principi etico-antropologici non negoziabili appunto trasversali, dall’altra parte si pone come necessaria anche una ratio teorica per l’educazione, la quale sviluppa progetti che devono essere contestualizzabili e che sono comunque esposti ai rischi di fallimento per le più diverse ragioni. Purtroppo, però siamo sempre più costretti ad associare il nostro pensiero a quello espresso da L. von Bertalanffy, padre della teoria generale dei sistemi, il quale dichiara la mancanza di un orizzonte comune dei vari settori del sapere, o per lo meno un’assenza di orizzonte di senso, per usare memorie aconiane, capaci di offrire una ratio teorica per l’educazione di successo. Dello stesso parere è Jerry Pocztar (1989), il quale asserisce che “riunendo le parti trattate dalle diverse scienze non si ritrova un tutto omogeneo”, insomma come a voler dire che la ratio teorica non riesce a orientarsi nei suoi stessi meandri epistemologici. Questa mancanza di unitarietà sistemica aumenta il quadro entropico del processo educativo, e di frastagliamento dei saperi che investigano la persona e le sue infinite potenzialità, tanto da portare ad un indebolimento delle finalità ultime. Ecco, allora, che la ratio teoretica dell’educazione è sempre più una ratio teoretica della pedagogia, la quale, seppur dichiarandosi come disciplina autonoma, reclama un cerchio – attraverso la metafora piagetiana – di solidarietà scientifica.
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