L'"Avanti della Domenica", uscito tra il gennaio 1903 e il marzo 1907, fu uno dei periodici culturali più interessanti di quel primo decennio del Novecento che coincide con l'età giolittiana e della sinistra costituzionale: era un'"Italietta" che i fascisti ricorderanno poi con disdegno, ma che in realtà fu protagonista di grandi conquiste economiche e sociali, e che conobbe il primo autentico incremento del benessere collettivo. Sono gli anni in cui si iscrive la vicenda editoriale di questo settimanale, che nacque come supplemento del quotidiano socialista "Avanti!" in diretta concorrenza con la borghese "Domenica del Corriere"; e, sotto la guida del suo giovane e coraggioso direttore Vittorio Piva (1875-1907), venne a rendersi sempre più indipendente, fino a diventare, grazie alle innovazioni grafiche, contenutistiche e stilistiche, una delle riviste illustrate di punta nell'Italia di allora. Questo libro contiene un'antologia dei migliori articoli apparsi durante le cinque annate del periodico, con particolare riferimento ai temi inerenti all'arte, e al rapporto tra questa e le istanze del socialismo: recensioni di mostre, presentazioni critiche di scultori, pittori e incisori, testi di teoria estetica, polemiche su fatti di vita culturale. Autori erano letterati e giornalisti di valore, come lo stesso Vittorio Piva, Margherita Sarfatti, Giovanni Cena, Edmondo De Amicis, Guelfo Civinini, Diego Garoglio, Goffredo Bellonci, Tomaso Monicelli e perfino Gabriele d’Annunzio. Ne emerge il ritratto di un settimanale originale e battagliero, specchio dell'Italia di quegli anni: una rivista di area socialista, ma autonoma dalle direttive culturali del partito; non monolitica nella linea e nelle convinzioni espresse, ma generalmente tesa ad affermare il diritto a una creatività libera, senza subordinazioni a fini politici o di propaganda. Perché "l'unico carattere sociale che l'Arte può avere", scrive Vittorio Piva nel maggio 1905, "è la bellezza, in tutti i suoi vari aspetti". Il libro è arricchito anche da un ampio apparato di indici e da due approfonditi testi introduttivi (sulla storia editoriale dell'"Avanti della Domenica" e sul ruolo ricopertovi dalla critica d'arte).

Arte, socialità, politica. Articoli dell'"Avanti della Domenica" 1903-1907

BOLPAGNI, PAOLO
2011-01-01

Abstract

L'"Avanti della Domenica", uscito tra il gennaio 1903 e il marzo 1907, fu uno dei periodici culturali più interessanti di quel primo decennio del Novecento che coincide con l'età giolittiana e della sinistra costituzionale: era un'"Italietta" che i fascisti ricorderanno poi con disdegno, ma che in realtà fu protagonista di grandi conquiste economiche e sociali, e che conobbe il primo autentico incremento del benessere collettivo. Sono gli anni in cui si iscrive la vicenda editoriale di questo settimanale, che nacque come supplemento del quotidiano socialista "Avanti!" in diretta concorrenza con la borghese "Domenica del Corriere"; e, sotto la guida del suo giovane e coraggioso direttore Vittorio Piva (1875-1907), venne a rendersi sempre più indipendente, fino a diventare, grazie alle innovazioni grafiche, contenutistiche e stilistiche, una delle riviste illustrate di punta nell'Italia di allora. Questo libro contiene un'antologia dei migliori articoli apparsi durante le cinque annate del periodico, con particolare riferimento ai temi inerenti all'arte, e al rapporto tra questa e le istanze del socialismo: recensioni di mostre, presentazioni critiche di scultori, pittori e incisori, testi di teoria estetica, polemiche su fatti di vita culturale. Autori erano letterati e giornalisti di valore, come lo stesso Vittorio Piva, Margherita Sarfatti, Giovanni Cena, Edmondo De Amicis, Guelfo Civinini, Diego Garoglio, Goffredo Bellonci, Tomaso Monicelli e perfino Gabriele d’Annunzio. Ne emerge il ritratto di un settimanale originale e battagliero, specchio dell'Italia di quegli anni: una rivista di area socialista, ma autonoma dalle direttive culturali del partito; non monolitica nella linea e nelle convinzioni espresse, ma generalmente tesa ad affermare il diritto a una creatività libera, senza subordinazioni a fini politici o di propaganda. Perché "l'unico carattere sociale che l'Arte può avere", scrive Vittorio Piva nel maggio 1905, "è la bellezza, in tutti i suoi vari aspetti". Il libro è arricchito anche da un ampio apparato di indici e da due approfonditi testi introduttivi (sulla storia editoriale dell'"Avanti della Domenica" e sul ruolo ricopertovi dalla critica d'arte).
2011
9788890115394
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