Mario Ballocco si proclamava pittore e percettologo, ma fu anche un docente, un animatore culturale instancabile, un giornalista, un teorico; né va dimenticato che diede un contributo importante allo sviluppo del design in Italia. Le sue opere degli anni Quaranta, antecedenti al soggiorno in Argentina del 1947, sono in bilico tra l'influenza neocubista, spesso evidente nella struttura e nell'impianto, e l'inclinazione espressionista. Dopo il ritorno dal Sud America, all'inizio del 1948, fanno la loro comparsa i "Reticoli", le "Monadi" e le "Grate", composizioni ormai astrattiste connotate da un'articolazione cromatica che suggerisce dinamiche spaziali complesse, anche sulla base delle valenze psicopercettive dei colori impiegati. L'attenzione agli aspetti applicativi del lavoro del pittore è già presente, in nuce, in questa fase, nella quale si colloca l'esperienza del Gruppo Origine. Negli anni successivi tali assunti sarebbero sfociati nell'elaborazione di una nuova disciplina, o meglio di una metodologia operativa finalizzata alla soluzione di problemi visivi d'interesse collettivo, che fu chiamata "cromatologia": un modo originale di unire pittura e scienza, teoria e prassi, che fece di Ballocco un grande erede del Bauhaus e un autentico interprete dell'utopia del Moderno. Il volume, in italiano e inglese, contiene testi storico-critici di Paolo Bolpagni e di Serge Lemoine e un'intervista a Hans-Jörg Glattfelder, oltre a riproduzioni di numerose opere di Ballocco e ampi apparati.
Visione, logica ed estetica. La ricerca di Mario Ballocco
Paolo Bolpagni
2017-01-01
Abstract
Mario Ballocco si proclamava pittore e percettologo, ma fu anche un docente, un animatore culturale instancabile, un giornalista, un teorico; né va dimenticato che diede un contributo importante allo sviluppo del design in Italia. Le sue opere degli anni Quaranta, antecedenti al soggiorno in Argentina del 1947, sono in bilico tra l'influenza neocubista, spesso evidente nella struttura e nell'impianto, e l'inclinazione espressionista. Dopo il ritorno dal Sud America, all'inizio del 1948, fanno la loro comparsa i "Reticoli", le "Monadi" e le "Grate", composizioni ormai astrattiste connotate da un'articolazione cromatica che suggerisce dinamiche spaziali complesse, anche sulla base delle valenze psicopercettive dei colori impiegati. L'attenzione agli aspetti applicativi del lavoro del pittore è già presente, in nuce, in questa fase, nella quale si colloca l'esperienza del Gruppo Origine. Negli anni successivi tali assunti sarebbero sfociati nell'elaborazione di una nuova disciplina, o meglio di una metodologia operativa finalizzata alla soluzione di problemi visivi d'interesse collettivo, che fu chiamata "cromatologia": un modo originale di unire pittura e scienza, teoria e prassi, che fece di Ballocco un grande erede del Bauhaus e un autentico interprete dell'utopia del Moderno. Il volume, in italiano e inglese, contiene testi storico-critici di Paolo Bolpagni e di Serge Lemoine e un'intervista a Hans-Jörg Glattfelder, oltre a riproduzioni di numerose opere di Ballocco e ampi apparati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.