La monografia ha ad oggetto il sistema delle “immunità processuali” (o inviolabilità) dei membri delle Camere, istituti che appartengono alle prerogative costituzionali poste a garanzia dell’indipendenza della funzione parlamentare, aventi natura derogatoria rispetto al diritto comune e nei confronti della generale ripartizione dei poteri e delle competenze. Lo scopo del lavoro è quello di muovere dal dato costituzionale e dall’individuazione della ratio delle prerogative in questione per valutare, in primo luogo, l’attualità del loro fondamento e, dunque, la necessità o meno del loro mantenimento, in secondo luogo, l’adeguatezza della relativa disciplina normativa, e, in terzo luogo, la correttezza della prassi parlamentare. In particolare, la prima parte del volume è dedicata ad una ricognizione del quadro normativo connesso alle previsioni del secondo e del terzo comma dell’art. 68 della Costituzione, la seconda parte ad un esame delle più recenti deliberazioni di Camera e Senato sulle restrizioni della libertà personale dei propri membri. L’analisi della “giurisprudenza parlamentare” in materia di autorizzazione agli arresti dei deputati e dei senatori è volta a ricavare una sintesi dei criteri prevalentemente utilizzati dalle due Camere e dalle rispettive Giunte e delle modalità con le quali tali criteri sono stati di volta in volta adoperati, anche alla luce del contesto politico contingente, per individuare le tendenze prevalenti e le eventuali criticità nella prassi in materia di decisioni di concessione o di diniego dell’autorizzazione ad eseguire misure privative della libertà personale di un parlamentare, nonché per provare a suggerire qualche possibile “correttivo” istituzionale.
La restrizione della libertà personale dei parlamentari. Dai presupposti costituzionali all'interpretazione delle Camere
Tira Elisa
2019-01-01
Abstract
La monografia ha ad oggetto il sistema delle “immunità processuali” (o inviolabilità) dei membri delle Camere, istituti che appartengono alle prerogative costituzionali poste a garanzia dell’indipendenza della funzione parlamentare, aventi natura derogatoria rispetto al diritto comune e nei confronti della generale ripartizione dei poteri e delle competenze. Lo scopo del lavoro è quello di muovere dal dato costituzionale e dall’individuazione della ratio delle prerogative in questione per valutare, in primo luogo, l’attualità del loro fondamento e, dunque, la necessità o meno del loro mantenimento, in secondo luogo, l’adeguatezza della relativa disciplina normativa, e, in terzo luogo, la correttezza della prassi parlamentare. In particolare, la prima parte del volume è dedicata ad una ricognizione del quadro normativo connesso alle previsioni del secondo e del terzo comma dell’art. 68 della Costituzione, la seconda parte ad un esame delle più recenti deliberazioni di Camera e Senato sulle restrizioni della libertà personale dei propri membri. L’analisi della “giurisprudenza parlamentare” in materia di autorizzazione agli arresti dei deputati e dei senatori è volta a ricavare una sintesi dei criteri prevalentemente utilizzati dalle due Camere e dalle rispettive Giunte e delle modalità con le quali tali criteri sono stati di volta in volta adoperati, anche alla luce del contesto politico contingente, per individuare le tendenze prevalenti e le eventuali criticità nella prassi in materia di decisioni di concessione o di diniego dell’autorizzazione ad eseguire misure privative della libertà personale di un parlamentare, nonché per provare a suggerire qualche possibile “correttivo” istituzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.