La misura, intesa come valutazione quantitativa di un fenomeno, è sempre stata un elemento significativo di indagine e conoscenza. In Architettura la si riconduce al Rilievo, considerato il più potente strumento di indagine, e al dimensionamento del progetto. Questo definisce e caratterizza lo spazio artificiale esprimendo le dimensioni attraverso numeri che controllano la costruzione. Nell’architettura classica la misura significava proporzione e il progetto è un programma numerico che definisce le parti nel tutto, dove il numero è legato all’unità del sistema metrico vigente. Il tardo Quattrocento milanese offre due capolavori esemplari di come numero e misura caratterizzano il progetto anche nella creazione di spazi capaci di generare uno spazio visivo che espande la realtà fisica della costruzione. Le due interpretazioni sperimentali della prospettiva a scala architettonica adottate da Bramante e Leonardo nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro e nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, rivelano un programma progettuale nel quale la geometria dello spazio (numero e misura) è la chiave dell’artificio che genera uno spazio virtuale diverso da quello reale in una sorta di anticipazione analogica della realtà aumentata. La prospettiva, che è misura dello spazio, crea interni virtuali nel quale l’armonia dei numeri che controllano il programma progettuale diventa concinnitas.
La bellezza della misura. Controllo, disegno, progetto a Milano da Bramante a Leonardo
Giampiero Mele
;Michela Rossi
2024-01-01
Abstract
La misura, intesa come valutazione quantitativa di un fenomeno, è sempre stata un elemento significativo di indagine e conoscenza. In Architettura la si riconduce al Rilievo, considerato il più potente strumento di indagine, e al dimensionamento del progetto. Questo definisce e caratterizza lo spazio artificiale esprimendo le dimensioni attraverso numeri che controllano la costruzione. Nell’architettura classica la misura significava proporzione e il progetto è un programma numerico che definisce le parti nel tutto, dove il numero è legato all’unità del sistema metrico vigente. Il tardo Quattrocento milanese offre due capolavori esemplari di come numero e misura caratterizzano il progetto anche nella creazione di spazi capaci di generare uno spazio visivo che espande la realtà fisica della costruzione. Le due interpretazioni sperimentali della prospettiva a scala architettonica adottate da Bramante e Leonardo nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro e nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, rivelano un programma progettuale nel quale la geometria dello spazio (numero e misura) è la chiave dell’artificio che genera uno spazio virtuale diverso da quello reale in una sorta di anticipazione analogica della realtà aumentata. La prospettiva, che è misura dello spazio, crea interni virtuali nel quale l’armonia dei numeri che controllano il programma progettuale diventa concinnitas.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.