Le trasformazioni che stanno avvenendo all’interno della società riflettono un vero e proprio cambio di paradigma, a partire da quella che viene definita rivoluzione digitale (Floridi, 2017). I media, in particolare i new media, sono diventati pervasivi in ogni ambito della vita quotidiana, incluso quello formativo ed educativo, creando quelli che Potter e McDougall (2017) definiscono terzi spazi. A differenza dei contesti familiari (primo spazio) e scolastici (secondo spazio) sono spazi informali fisici o digitali in cui i rapporti sociali avvengono nell’area di intersezione costituita dalla sfera dei media digitali, della formazione e della cultura. In questi spazi informali si attivano momenti di incontro e aggregazione tra gruppi di pari caratterizzati da dinamiche partecipative di tipo orizzontale e orientate all’esperienza. Sia nella loro accezione reale che metaforica i terzi spazi sono sempre più diffusi, anche a livello didattico, e le possibilità di incontro e aggregazione informale tra docenti e studenti si moltiplicano attraverso gruppi di scambio che sfruttano piattaforme come Facebook, WhatsApp, Telegram. In questo complesso contesto socio-culturale i processi di alfabetizzazione sono dinamici e la pedagogia si sta interrogando per individuare quali siano le abilità fondamentali che un soggetto deve sviluppare per confrontarsi in maniera competente nella società informazionale. Rivoltella (2020) individua nelle dynamic literacies una categoria concettuale in grado di progettare l’apprendimento in una prospettiva sociale in cui l’alfabetizzazione è intesa come capacità di decoficare non solo le forme comunicative mediali ma anche le dinamiche sociali che queste forme sottendono, incluse le relazioni tra corpi, artefatti digitali e mediatori didattici (Rossi, Rivoltella, 2019).
La comunicazione didattica e interpersonale nei terzi spazi: il ruolo delle dynamic literacies tra relazione educativa e pratiche sociali in ambito universitario
ADAMOLI M
2021-01-01
Abstract
Le trasformazioni che stanno avvenendo all’interno della società riflettono un vero e proprio cambio di paradigma, a partire da quella che viene definita rivoluzione digitale (Floridi, 2017). I media, in particolare i new media, sono diventati pervasivi in ogni ambito della vita quotidiana, incluso quello formativo ed educativo, creando quelli che Potter e McDougall (2017) definiscono terzi spazi. A differenza dei contesti familiari (primo spazio) e scolastici (secondo spazio) sono spazi informali fisici o digitali in cui i rapporti sociali avvengono nell’area di intersezione costituita dalla sfera dei media digitali, della formazione e della cultura. In questi spazi informali si attivano momenti di incontro e aggregazione tra gruppi di pari caratterizzati da dinamiche partecipative di tipo orizzontale e orientate all’esperienza. Sia nella loro accezione reale che metaforica i terzi spazi sono sempre più diffusi, anche a livello didattico, e le possibilità di incontro e aggregazione informale tra docenti e studenti si moltiplicano attraverso gruppi di scambio che sfruttano piattaforme come Facebook, WhatsApp, Telegram. In questo complesso contesto socio-culturale i processi di alfabetizzazione sono dinamici e la pedagogia si sta interrogando per individuare quali siano le abilità fondamentali che un soggetto deve sviluppare per confrontarsi in maniera competente nella società informazionale. Rivoltella (2020) individua nelle dynamic literacies una categoria concettuale in grado di progettare l’apprendimento in una prospettiva sociale in cui l’alfabetizzazione è intesa come capacità di decoficare non solo le forme comunicative mediali ma anche le dinamiche sociali che queste forme sottendono, incluse le relazioni tra corpi, artefatti digitali e mediatori didattici (Rossi, Rivoltella, 2019).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.