Lo studio ricostruisce la carriera politica di uno dei protagonisti del patriziato comasco in età asburgica, Giambattista Giovio. Per analizzare compiutamente il cursus honorum del conte, sono state analizzate le dinamiche di governo locale investigando il funzionamento della maggiore magistratura cittadina, il Consiglio generale (o decurionale), le caratteristiche e le prerogative della élite dirigente e il suo rapporto con il potere centrale. Ne sono emerse le caratteristiche genetiche del patriziato comasco, saldamente ancorato al mondo commerciale con un legame che non si era mai interrotto nel corso dei secoli (pur mutando nelle forme), che lo fecero portatore di interessi economici non antagonisti con quelli del ceto mercantile. E il dinamismo economico concorre a spiegare l’insolito quadro del centralismo asburgico costellato, per Como, da quelle che ho chiamato eccezioni che lasciarono aperti alcuni spazi nell’amministrazione civica che il Consiglio generale riuscì, con la sola eccezione dei quattro anni di «terremoto giuseppino» a mantenere. Giovio impersona, alla luce della documentazione qui riunita, il miglior rappresentante dell’uomo colto, poligrafo instancabile e dedito al bene pubblico dell’Antico Regime, prodigo verso tutti ma fiero del suo rango, ben consapevole dei suoi privilegi e delle sue responsabilità e capace, non ultimo, di ampliare considerevolmente il proprio patrimonio. Queste capacità che lo renderanno il protagonista dei difficili anni Novanta, gli saranno riconosciute dai funzionari dei regimi che negli anni si susseguono. Apprezzato da tutti gli imperatori Asburgo, fu riabilitato non a caso nella stagione dell’impero napoleonico, quando cioè il regime si istituzionalizzò lo Stato riassume l’aspetto tradizionale.

Economia e istituzioni a Como sotto gli Asburgo: il ruolo di Gian Battista Giovio. Tesi di Dottorato in Storia e Dottrina delle Istituzioni, Università dell’Insubria, 2013. Pubblicata on line: http://insubriaspace.cilea.it/handle/10277/507

MITA, ALESSANDRA
2013-01-01

Abstract

Lo studio ricostruisce la carriera politica di uno dei protagonisti del patriziato comasco in età asburgica, Giambattista Giovio. Per analizzare compiutamente il cursus honorum del conte, sono state analizzate le dinamiche di governo locale investigando il funzionamento della maggiore magistratura cittadina, il Consiglio generale (o decurionale), le caratteristiche e le prerogative della élite dirigente e il suo rapporto con il potere centrale. Ne sono emerse le caratteristiche genetiche del patriziato comasco, saldamente ancorato al mondo commerciale con un legame che non si era mai interrotto nel corso dei secoli (pur mutando nelle forme), che lo fecero portatore di interessi economici non antagonisti con quelli del ceto mercantile. E il dinamismo economico concorre a spiegare l’insolito quadro del centralismo asburgico costellato, per Como, da quelle che ho chiamato eccezioni che lasciarono aperti alcuni spazi nell’amministrazione civica che il Consiglio generale riuscì, con la sola eccezione dei quattro anni di «terremoto giuseppino» a mantenere. Giovio impersona, alla luce della documentazione qui riunita, il miglior rappresentante dell’uomo colto, poligrafo instancabile e dedito al bene pubblico dell’Antico Regime, prodigo verso tutti ma fiero del suo rango, ben consapevole dei suoi privilegi e delle sue responsabilità e capace, non ultimo, di ampliare considerevolmente il proprio patrimonio. Queste capacità che lo renderanno il protagonista dei difficili anni Novanta, gli saranno riconosciute dai funzionari dei regimi che negli anni si susseguono. Apprezzato da tutti gli imperatori Asburgo, fu riabilitato non a caso nella stagione dell’impero napoleonico, quando cioè il regime si istituzionalizzò lo Stato riassume l’aspetto tradizionale.
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