Francesco Nicola Maria Andria (Massafra – 1747; Napoli – 1814), autore purtroppo oggi quasi del tutto sconosciuto, svolse la sua attività di cattedratico presso l’Università di Napoli, ricoprendo vari insegnamenti: Storia Naturale, Medicina Teoretica e Pratica, Patologia, Agricoltura. Pubblicò opere apprezzate e recensite in varie parti d’Europa. In Andria, ricerca e didattica s’inscrivono in un unico progetto di ri-fondazione della scienza medica, che il «filosofo di Partenope» meditò fin dall’inizio: formare la nuova generazione dei medici filosofi era parte integrante di questo ambizioso disegno. Occorre una medicina che sia filosofica nel coniugare i risultati delle ricerche negli ambiti delle varie discipline di cui si serve, nel dirigere gli sforzi verso un fine unico: l’uomo è «l’Opera più stupenda della mano dell’Onnipotente», «convertita in una macchina materiale», principalmente dal riduzionismo meccanicistico. Ragion per cui, se scopo della scienza è tutelare l’uomo (qui è la grande novità dell’Andria), obiettivo primario risulta essere la pratica di una medicina né chimica, né meccanica, ma di una medicina “a misura d’uomo”, morale nel curare quei pazienti che soffrono di disturbi mentali. In Andria, la patogenesi di questi disturbi è certamente di carattere organico, ma può altresì radicarsi in ragioni psicoemotive. Egli si fa quindi promotore di una terapia morale quale moderna psicoterapia. Insiste sui vantaggi che la “medicina gentile” può recare ai pazienti, le cui «alienazioni mentali» sono curabili con methodus, a partire da quelli che oggi diremmo i dati anamnestici e cioè i ricordi, principalmente dell’infanzia e delle relazioni familiari, oltreché nel bambino di quelle scolastiche.

Nicola Andria et les origines de la psichiatrie moderne. Une contribution historiographique

DUCA, MELANIA ANNA
2010-01-01

Abstract

Francesco Nicola Maria Andria (Massafra – 1747; Napoli – 1814), autore purtroppo oggi quasi del tutto sconosciuto, svolse la sua attività di cattedratico presso l’Università di Napoli, ricoprendo vari insegnamenti: Storia Naturale, Medicina Teoretica e Pratica, Patologia, Agricoltura. Pubblicò opere apprezzate e recensite in varie parti d’Europa. In Andria, ricerca e didattica s’inscrivono in un unico progetto di ri-fondazione della scienza medica, che il «filosofo di Partenope» meditò fin dall’inizio: formare la nuova generazione dei medici filosofi era parte integrante di questo ambizioso disegno. Occorre una medicina che sia filosofica nel coniugare i risultati delle ricerche negli ambiti delle varie discipline di cui si serve, nel dirigere gli sforzi verso un fine unico: l’uomo è «l’Opera più stupenda della mano dell’Onnipotente», «convertita in una macchina materiale», principalmente dal riduzionismo meccanicistico. Ragion per cui, se scopo della scienza è tutelare l’uomo (qui è la grande novità dell’Andria), obiettivo primario risulta essere la pratica di una medicina né chimica, né meccanica, ma di una medicina “a misura d’uomo”, morale nel curare quei pazienti che soffrono di disturbi mentali. In Andria, la patogenesi di questi disturbi è certamente di carattere organico, ma può altresì radicarsi in ragioni psicoemotive. Egli si fa quindi promotore di una terapia morale quale moderna psicoterapia. Insiste sui vantaggi che la “medicina gentile” può recare ai pazienti, le cui «alienazioni mentali» sono curabili con methodus, a partire da quelli che oggi diremmo i dati anamnestici e cioè i ricordi, principalmente dell’infanzia e delle relazioni familiari, oltreché nel bambino di quelle scolastiche.
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