Dalle case private agli ospedali psichiatrici, diversi sono stati i “luoghi” e i “mezzi” per la cura delle malattie mentali, dipendenti questi dagli approcci medici che si sono nel tempo avvicendati al trattamento di tali vizi. A monte, la questione più dibattuta era, fra Sette e Ottocento, quale potesse essere la causa di queste particolari malattie. Nel Regno di Napoli, appositi ricoveri seminariali per giovani problematici (realtà spesso ignorata), praticavano cure morali, il cui “rigore” non era secondo alle sferzate od alla più comune e immediata incisione della vena, operata dal chirurgo, con conseguente salasso. Nicola Andria e la sua Scuola di giovani e brillanti medici, proposero – già nella seconda metà del XVIII secolo, una “medicina gentile” di rinnovato approccio del medico al paziente. Il recupero del contributo andriano alla storia della psichiatria moderna s’inscrive nell’applicazione d’un “modello (ezio-)patogenetico multifattoriale” alla terapeutica, particolarmente diretta alla cura e/o modifica nel tempo delle abitudini morali del paziente affetto da malattia mentale (anoressìa, ipocondrìa, isterìa etc.). Tale “multifattorialità” avrebbe determinato in Andria il sostegno alle nuove forme di “medicina alternativa” (omeopatia etc.); il suggerimento di nuove “pratiche terapeutiche” (equitazione etc.); la necessità di una definizione in termini etici e deontologici della professione medica.

Le malattie mentali nel Primo Ottocento: Nicola Andria e la psichiatria moderna

DUCA, MELANIA ANNA
2012-01-01

Abstract

Dalle case private agli ospedali psichiatrici, diversi sono stati i “luoghi” e i “mezzi” per la cura delle malattie mentali, dipendenti questi dagli approcci medici che si sono nel tempo avvicendati al trattamento di tali vizi. A monte, la questione più dibattuta era, fra Sette e Ottocento, quale potesse essere la causa di queste particolari malattie. Nel Regno di Napoli, appositi ricoveri seminariali per giovani problematici (realtà spesso ignorata), praticavano cure morali, il cui “rigore” non era secondo alle sferzate od alla più comune e immediata incisione della vena, operata dal chirurgo, con conseguente salasso. Nicola Andria e la sua Scuola di giovani e brillanti medici, proposero – già nella seconda metà del XVIII secolo, una “medicina gentile” di rinnovato approccio del medico al paziente. Il recupero del contributo andriano alla storia della psichiatria moderna s’inscrive nell’applicazione d’un “modello (ezio-)patogenetico multifattoriale” alla terapeutica, particolarmente diretta alla cura e/o modifica nel tempo delle abitudini morali del paziente affetto da malattia mentale (anoressìa, ipocondrìa, isterìa etc.). Tale “multifattorialità” avrebbe determinato in Andria il sostegno alle nuove forme di “medicina alternativa” (omeopatia etc.); il suggerimento di nuove “pratiche terapeutiche” (equitazione etc.); la necessità di una definizione in termini etici e deontologici della professione medica.
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