Con la pronuncia in commento l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ritorna sul tema dell’accesso agli atti formulando alcuni importanti principi con particolare riferimento al campo dei contratti pubblici. I punti significativi della pronuncia sono essenzialmente due. In primo luogo, la sentenza consolida l’orientamento secondo cui, per quanto la fase esecutiva del rapporto negoziale sia tendenzialmente disciplinata da disposizioni privatistiche, rimane pur sempre ispirata e finalizzata alla cura in concreto di un pubblico interesse, quello stesso interesse che è alla base dell’indizione della gara e/o dell’affidamento della commessa, il quale anzi trova la sua compiuta realizzazione proprio nella fase di realizzazione dell’opera o del servizio. In secondo luogo, basandosi sulla distinzione tra “bisogno di conoscenza” che, sulla base quantomeno di presunti inadempimenti, mira a tutelare un interesse collegato ad una situazione competitiva già esistente o chiaramente delineatasi, e “desiderio di conoscenza”, finalizzato a sapere se questa situazione possa crearsi per l’occasione, del tutto eventuale, di un inadempimento contrattuale, l’Adunanza Plenaria in commento afferma che la materia dei contratti pubblici e delle concessioni si presenta, più di altre, bisognosa di una trasparenza che risponda a “un controllo diffuso” della collettività sull’azione amministrativa.

L’Adunanza Plenaria torna sull’accesso agli atti in fase di esecuzione di contratto: need to know dei partecipanti alla gara e right to know dei cittadini, ovvero dei rapporti tra accesso documentale e accesso civico generalizzato

Valentina Sessa
2020-01-01

Abstract

Con la pronuncia in commento l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ritorna sul tema dell’accesso agli atti formulando alcuni importanti principi con particolare riferimento al campo dei contratti pubblici. I punti significativi della pronuncia sono essenzialmente due. In primo luogo, la sentenza consolida l’orientamento secondo cui, per quanto la fase esecutiva del rapporto negoziale sia tendenzialmente disciplinata da disposizioni privatistiche, rimane pur sempre ispirata e finalizzata alla cura in concreto di un pubblico interesse, quello stesso interesse che è alla base dell’indizione della gara e/o dell’affidamento della commessa, il quale anzi trova la sua compiuta realizzazione proprio nella fase di realizzazione dell’opera o del servizio. In secondo luogo, basandosi sulla distinzione tra “bisogno di conoscenza” che, sulla base quantomeno di presunti inadempimenti, mira a tutelare un interesse collegato ad una situazione competitiva già esistente o chiaramente delineatasi, e “desiderio di conoscenza”, finalizzato a sapere se questa situazione possa crearsi per l’occasione, del tutto eventuale, di un inadempimento contrattuale, l’Adunanza Plenaria in commento afferma che la materia dei contratti pubblici e delle concessioni si presenta, più di altre, bisognosa di una trasparenza che risponda a “un controllo diffuso” della collettività sull’azione amministrativa.
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