Il presente lavoro è frutto di una ricerca teorica sul tema delle compensazioni e di una parte applicativa, concernente il valore compensatorio della cultura nell’età del pensionamento. La sperimentazione è stata attivata dalla Cattedra di Psicologia del lavoro dell’Università degli studi e- Campus di Novedrare-Messina-Roma, di cui sono titolare. La parte teorica analizza il tema delle compensazioni nelle età della vita attraverso una comparazione tra il modello adleriano e quello di James Hillman . Siamo partiti dall’assunto teorico che la psicologia individuale tende a vedere nelle compensazioni degli stratagemmi progettuali che accompagnano le età della vita dell’individuo. Attraverso le compensazioni, la persona si prefigge dunque di sfuggire da tutte quelle situazioni che considera inferiorizzanti. Riprendendo una definizione di F. Parenti possiamo affermare che “ La Psicologia Individuale intende per compensazioni tutte le modalità, lineari o artificiose, con cui la volontà di potenza si propone di superare o aggirare un sentimento o un complesso d’inferiorità” . Pier Luigi Pagani, in suo articolo dal titolo L’imperfezione : un vuoto incolmabile così si esprime: “Pochi individui sono così equilibrati da rendersi conto di essere all’altezza, pur essendo consapevoli di non essere perfetti. La sfrenata ricerca della perfezione potrebbe nascondere la preoccupazione di essere giudicati sfavorevolmente nell’adempimento di un compito. E’ meno grave essere giudicati indolenti e pigri piuttosto che maldestri ed incapaci”. Le compensazioni positive e negative accompagnano le età della vita dell’individuo dall’infanzia, all’adolescenza , all’età adulta, all’età anziana. Parlando di compensazioni positive e negative durante le età della vita non possiamo escludere la tematica dell’immaginazione e, come lo stesso Adler evidenziava, ogni ricerca di soluzione di un problema non può prescindere dal mettere in moto la fantasia. Si tratta dunque di prendere in considerazione quella creatività, che già dall’infanzia è sempre in azione e va a caratterizzare la costruzione dello stile di vita. James Hillman, autore che spesso nei suoi testi cita Adler, nell’ affrontare la tematica delle età della vita paragona l’adolescenza ad uno spazio vuoto dell’esistenza in cui si proiettano le esperienze infantili e la spinta verso il futuro, parla esplicitamente di spazio vuoto con un desiderio compensatorio onnipotente. Per quanto riguarda la mezza età, ritiene che si possano scoprire più cose guardando in dietro in modo critico al prolungamento sentimentale dell’adolescenza. Hillman propone una visione ottimistica della vecchiaia e così si esprime: “La vecchiaia deve avere i suoi dei, così come l’infanzia e la giovinezza hanno i loro protettori ad ispirare le prodezze del primo amore e una spericolata avventurosità. La tarda età invita altri dei per conoscere i quali occorrono molti lenti anni”. Il campione su cui stiamo lavorando è rappresentato da persone in pensione, che hanno scelto come modalità compensatoria lo svilppare interessi di tipo culturale.

Le compensazioni nelle età della vita

BOSETTO, DANIELA
2012-01-01

Abstract

Il presente lavoro è frutto di una ricerca teorica sul tema delle compensazioni e di una parte applicativa, concernente il valore compensatorio della cultura nell’età del pensionamento. La sperimentazione è stata attivata dalla Cattedra di Psicologia del lavoro dell’Università degli studi e- Campus di Novedrare-Messina-Roma, di cui sono titolare. La parte teorica analizza il tema delle compensazioni nelle età della vita attraverso una comparazione tra il modello adleriano e quello di James Hillman . Siamo partiti dall’assunto teorico che la psicologia individuale tende a vedere nelle compensazioni degli stratagemmi progettuali che accompagnano le età della vita dell’individuo. Attraverso le compensazioni, la persona si prefigge dunque di sfuggire da tutte quelle situazioni che considera inferiorizzanti. Riprendendo una definizione di F. Parenti possiamo affermare che “ La Psicologia Individuale intende per compensazioni tutte le modalità, lineari o artificiose, con cui la volontà di potenza si propone di superare o aggirare un sentimento o un complesso d’inferiorità” . Pier Luigi Pagani, in suo articolo dal titolo L’imperfezione : un vuoto incolmabile così si esprime: “Pochi individui sono così equilibrati da rendersi conto di essere all’altezza, pur essendo consapevoli di non essere perfetti. La sfrenata ricerca della perfezione potrebbe nascondere la preoccupazione di essere giudicati sfavorevolmente nell’adempimento di un compito. E’ meno grave essere giudicati indolenti e pigri piuttosto che maldestri ed incapaci”. Le compensazioni positive e negative accompagnano le età della vita dell’individuo dall’infanzia, all’adolescenza , all’età adulta, all’età anziana. Parlando di compensazioni positive e negative durante le età della vita non possiamo escludere la tematica dell’immaginazione e, come lo stesso Adler evidenziava, ogni ricerca di soluzione di un problema non può prescindere dal mettere in moto la fantasia. Si tratta dunque di prendere in considerazione quella creatività, che già dall’infanzia è sempre in azione e va a caratterizzare la costruzione dello stile di vita. James Hillman, autore che spesso nei suoi testi cita Adler, nell’ affrontare la tematica delle età della vita paragona l’adolescenza ad uno spazio vuoto dell’esistenza in cui si proiettano le esperienze infantili e la spinta verso il futuro, parla esplicitamente di spazio vuoto con un desiderio compensatorio onnipotente. Per quanto riguarda la mezza età, ritiene che si possano scoprire più cose guardando in dietro in modo critico al prolungamento sentimentale dell’adolescenza. Hillman propone una visione ottimistica della vecchiaia e così si esprime: “La vecchiaia deve avere i suoi dei, così come l’infanzia e la giovinezza hanno i loro protettori ad ispirare le prodezze del primo amore e una spericolata avventurosità. La tarda età invita altri dei per conoscere i quali occorrono molti lenti anni”. Il campione su cui stiamo lavorando è rappresentato da persone in pensione, che hanno scelto come modalità compensatoria lo svilppare interessi di tipo culturale.
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