This paper investigates the normative role that the artistic, social and literary representation of women has had on the juridical concept of female representation. The paper highlights a fil rouge that links all the different topics covered: Rousseau’s Discourse on Inequality, the poetic controversies between the poet Ecouchard Lebrun and the poetess Constance De Salm, the ban on women from representing the nude in fine arts academies, the exclusion of women from the legal professions, the elaboration of the italian legal category of infirmitas sexus, the meaningful history of the constitutional creative process of the art. 51 cost. it.

Le categorie giuridiche, come ha teorizzato Isabel Trujillo, hanno un ruolo narrativo nella misura in cui sono portatrici di una storia che continuano a raccontare nel tempo, riproponendo costantemente l’insieme semantico di cui sono innervate. Il loro uso nell’ordinamento giuridico fa sì che questa loro peculiare storia di significati narrativi acquisisca un vero e proprio ruolo normativo. Il presente lavoro indaga il ruolo normativo che la rappresentazione artistica, sociale e letteraria della donna, con il suo radicato, complesso e millenario carico di significati, ha avuto sul concetto giuridico di rappresentanza femminile, tracciando un fil rouge che va dal c.d. Discorso sulle disuguaglianze di Rousseau, alle dispute poetiche tra il poeta Ecouchard Lebrun e la poetessa Constance De Salm, all’interdizione alle donne della rappresentazione del nudo nelle Accademie di belle arti del XIX sec., fino ad arrivare, nel nostro ordinamento, alle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Torino dell’11 novembre del 1883 che negava alla ricorrente Lidia Poët la possibilità dell’iscrizione all’albo degli avvocati, all’elaborazione della categoria giuridica dell’infirmitas sexus, fino all’esemplificativa storia dell’iter costituzionale dell’art. 51 cost.

La donna tra rappresentanza e rappresentazione nel diritto e nell’arte

Stanzione Giovanna
2024-01-01

Abstract

This paper investigates the normative role that the artistic, social and literary representation of women has had on the juridical concept of female representation. The paper highlights a fil rouge that links all the different topics covered: Rousseau’s Discourse on Inequality, the poetic controversies between the poet Ecouchard Lebrun and the poetess Constance De Salm, the ban on women from representing the nude in fine arts academies, the exclusion of women from the legal professions, the elaboration of the italian legal category of infirmitas sexus, the meaningful history of the constitutional creative process of the art. 51 cost. it.
2024
Le categorie giuridiche, come ha teorizzato Isabel Trujillo, hanno un ruolo narrativo nella misura in cui sono portatrici di una storia che continuano a raccontare nel tempo, riproponendo costantemente l’insieme semantico di cui sono innervate. Il loro uso nell’ordinamento giuridico fa sì che questa loro peculiare storia di significati narrativi acquisisca un vero e proprio ruolo normativo. Il presente lavoro indaga il ruolo normativo che la rappresentazione artistica, sociale e letteraria della donna, con il suo radicato, complesso e millenario carico di significati, ha avuto sul concetto giuridico di rappresentanza femminile, tracciando un fil rouge che va dal c.d. Discorso sulle disuguaglianze di Rousseau, alle dispute poetiche tra il poeta Ecouchard Lebrun e la poetessa Constance De Salm, all’interdizione alle donne della rappresentazione del nudo nelle Accademie di belle arti del XIX sec., fino ad arrivare, nel nostro ordinamento, alle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Torino dell’11 novembre del 1883 che negava alla ricorrente Lidia Poët la possibilità dell’iscrizione all’albo degli avvocati, all’elaborazione della categoria giuridica dell’infirmitas sexus, fino all’esemplificativa storia dell’iter costituzionale dell’art. 51 cost.
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