La comunità ebraica di Milano in età contemporanea nacque nella seconda metà del XIX secolo. Il suo sviluppo corse parallelamente a quello della città, che nei decenni post unitari fu teatro di un imponente aumento della popolazione e del conseguente stravolgimento urbanistico, caratterizzato dalla necessità di adeguarsi al nuovo sviluppo economico e da una diversa distribuzione delle classi sociali al suo interno. Anche la giovane comunità ebraica crebbe insieme alla popolazione milanese, grazie soprattutto al considerevole flusso migratorio, sino a raggiungere negli anni Trenta la sua massima espansione;; si trattava di una minoranza appartenente al ceto medio o medio-­alto. La mancanza di un ghetto storico non ha permesso di individuare uno specifico quartiere ebraico, ma dall’elaborazione dati del censimento fascista del 22 agosto 1938 è stato possibile ricostruire come la distribuzione abitativa degli ebrei milanesi ricalcasse sostanzialmente quella dei concittadini del medesimo ceto socio-­professionale. Con l’eccezione della zona nord della città, prevalentemente operaia, gli ebrei milanesi risiedettero soprattutto nelle aree a nord-­ovest e nord-­est del centro, tra i Navigli e i Bastioni e a cavallo di questi ultimi, con una presenza, anche se meno significativa, a sud. All’interno di tale schema, la distribu-­ zione fu sempre omogenea e non si crearono specifici nuclei residenziali legati all’età di residenza, alla professione svolta, alla nazionalità di provenienza.

La distribuzione residenziale degli ebrei a Milano alla vigilia della persecuzione fascista

edallo
2023-01-01

Abstract

La comunità ebraica di Milano in età contemporanea nacque nella seconda metà del XIX secolo. Il suo sviluppo corse parallelamente a quello della città, che nei decenni post unitari fu teatro di un imponente aumento della popolazione e del conseguente stravolgimento urbanistico, caratterizzato dalla necessità di adeguarsi al nuovo sviluppo economico e da una diversa distribuzione delle classi sociali al suo interno. Anche la giovane comunità ebraica crebbe insieme alla popolazione milanese, grazie soprattutto al considerevole flusso migratorio, sino a raggiungere negli anni Trenta la sua massima espansione;; si trattava di una minoranza appartenente al ceto medio o medio-­alto. La mancanza di un ghetto storico non ha permesso di individuare uno specifico quartiere ebraico, ma dall’elaborazione dati del censimento fascista del 22 agosto 1938 è stato possibile ricostruire come la distribuzione abitativa degli ebrei milanesi ricalcasse sostanzialmente quella dei concittadini del medesimo ceto socio-­professionale. Con l’eccezione della zona nord della città, prevalentemente operaia, gli ebrei milanesi risiedettero soprattutto nelle aree a nord-­ovest e nord-­est del centro, tra i Navigli e i Bastioni e a cavallo di questi ultimi, con una presenza, anche se meno significativa, a sud. All’interno di tale schema, la distribu-­ zione fu sempre omogenea e non si crearono specifici nuclei residenziali legati all’età di residenza, alla professione svolta, alla nazionalità di provenienza.
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