Introduzione Il presente contributo analizza un intervento di comunità svolto a Firenze nell’ambito del progetto europeo PROVA (2016-2018), per la prevenzione della radicalizzazione violenta e i conflitti intergruppo. Il lavoro fa riferimento alla Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel & Turner, 1979), al Positive Youth Development (Lerner, 2005) e agli studi sull’esperienza migratoria in adolescenza (Villano, 2016), per contrastare lo sviluppo di tali comportamenti estremi. Obiettivi e Metodi Gli obiettivi erano, da un lato, l’esplorazione dei processi di gruppo avvenuti durante gli incontri svolti con 11 minori stranieri, ospiti di una comunità educativa fiorentina, e 6 studenti dell’Università di Firenze e, dall’altro, l’analisi delle riflessioni critiche, elaborate dagli studenti nei propri diari. Per il primo obiettivo sono state costruite 2 griglie osservazionali, utilizzando il modello dell’Interaction Process Analysis (Bales, 1950) per indagare interazioni intergruppo, aspetti centrati sul contenuto, aspetti centrati sulla relazione e intervento di re-immaginazione dello spazio, utilizzate a metà e a fine incontri; per il secondo obiettivo è stata svolta l’Analisi Tematica (Braun & Clarke, 2006) dei diari, esplorando gli aspetti individuali, sociali e la relazione con lo spazio. Risultati Dal confronto tra le 2 griglie sono emerse differenze rispetto a numerosità del gruppo, comunicazione, relazione intergruppo e relazione con lo spazio. L’apprendimento collaborativo ha facilitato le dinamiche di gruppo, la relazione tra pari ha ridotto il conflitto e l’azione sullo spazio ha influito sull’identità sociale. L’analisi dei diari ha evidenziato la percezione di una complessità emotiva e la riflessione sul ruolo professionale. Conclusioni Gli approcci partecipativi ed empowering hanno favorito lo sviluppo di relazioni positive e la consapevolezza critica, importanti per contrastare i conflitti e promuovere il senso di appartenenza al contesto sociale. Gli spazi urbani devono diventare spazi di prevenzione e inclusione, favorendo l’incontro delle differenze, lo scambio e la convivenza per il miglioramento della coesione sociale.

Esplorare i processi di radicalizzazione violenta e i conflitti intergruppo: un intervento di peer education con minori a rischio

Guidi, Elisa
2021-01-01

Abstract

Introduzione Il presente contributo analizza un intervento di comunità svolto a Firenze nell’ambito del progetto europeo PROVA (2016-2018), per la prevenzione della radicalizzazione violenta e i conflitti intergruppo. Il lavoro fa riferimento alla Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel & Turner, 1979), al Positive Youth Development (Lerner, 2005) e agli studi sull’esperienza migratoria in adolescenza (Villano, 2016), per contrastare lo sviluppo di tali comportamenti estremi. Obiettivi e Metodi Gli obiettivi erano, da un lato, l’esplorazione dei processi di gruppo avvenuti durante gli incontri svolti con 11 minori stranieri, ospiti di una comunità educativa fiorentina, e 6 studenti dell’Università di Firenze e, dall’altro, l’analisi delle riflessioni critiche, elaborate dagli studenti nei propri diari. Per il primo obiettivo sono state costruite 2 griglie osservazionali, utilizzando il modello dell’Interaction Process Analysis (Bales, 1950) per indagare interazioni intergruppo, aspetti centrati sul contenuto, aspetti centrati sulla relazione e intervento di re-immaginazione dello spazio, utilizzate a metà e a fine incontri; per il secondo obiettivo è stata svolta l’Analisi Tematica (Braun & Clarke, 2006) dei diari, esplorando gli aspetti individuali, sociali e la relazione con lo spazio. Risultati Dal confronto tra le 2 griglie sono emerse differenze rispetto a numerosità del gruppo, comunicazione, relazione intergruppo e relazione con lo spazio. L’apprendimento collaborativo ha facilitato le dinamiche di gruppo, la relazione tra pari ha ridotto il conflitto e l’azione sullo spazio ha influito sull’identità sociale. L’analisi dei diari ha evidenziato la percezione di una complessità emotiva e la riflessione sul ruolo professionale. Conclusioni Gli approcci partecipativi ed empowering hanno favorito lo sviluppo di relazioni positive e la consapevolezza critica, importanti per contrastare i conflitti e promuovere il senso di appartenenza al contesto sociale. Gli spazi urbani devono diventare spazi di prevenzione e inclusione, favorendo l’incontro delle differenze, lo scambio e la convivenza per il miglioramento della coesione sociale.
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