La postfazione analizza l’ultimo romanzo edito di Hélène Besette, Ida ou le délire, pubblicato da Gallimard nel 1973, quale compendio stilistico e tematico dell’opera dell’autrice. Il testo si concentra sull’assenza della protagonista, Ida, una domestica schiva e silenziosa, la cui misteriosa morte in un incidente diventa pretesto per una polifonia di voci che si accavallano, cercando di definire e spiegare la sua figura. Attraverso una narrazione frammentata e un linguaggio volutamente ellittico, Bessette radicalizza la riflessione sulla parola e sul vuoto, mettendo in discussione la possibilità stessa di raccontare oggettivamente un evento. Ida, oggetto di discorso, si sottrae al tentativo di assoggettamento delle voci che la circondano, incarnando il principio di negazione e di fuga che percorre l’intera opera bessettiana. La postfazione esplora inoltre i richiami intertestuali e le influenze, da Flaubert a Faulkner, inserendo poi il romanzo nel contesto del Nouveau Roman e delle sperimentazioni narrative contemporanee alla produzione dell’autrice. La forma corale e la strutturazione poetica del testo – fatto di ripetizioni, brevi frasi martellanti e interruzioni costanti della tradizionale continuità del discorso narrativo – riflettono una tensione tra il conformismo delle convenzioni letterarie e la ricerca di una parola autentica e singolare. Ida, figura ellittica e irriducibile, sfida il dominio della parola altrui, trasformandosi in emblema di una poetica dell’interruzione e del silenzio, che spezza il flusso delle chiacchiere e rivendica l’assenza come spazio di significato.
Ida e variazioni
Annalisa Lombardi
2017-01-01
Abstract
La postfazione analizza l’ultimo romanzo edito di Hélène Besette, Ida ou le délire, pubblicato da Gallimard nel 1973, quale compendio stilistico e tematico dell’opera dell’autrice. Il testo si concentra sull’assenza della protagonista, Ida, una domestica schiva e silenziosa, la cui misteriosa morte in un incidente diventa pretesto per una polifonia di voci che si accavallano, cercando di definire e spiegare la sua figura. Attraverso una narrazione frammentata e un linguaggio volutamente ellittico, Bessette radicalizza la riflessione sulla parola e sul vuoto, mettendo in discussione la possibilità stessa di raccontare oggettivamente un evento. Ida, oggetto di discorso, si sottrae al tentativo di assoggettamento delle voci che la circondano, incarnando il principio di negazione e di fuga che percorre l’intera opera bessettiana. La postfazione esplora inoltre i richiami intertestuali e le influenze, da Flaubert a Faulkner, inserendo poi il romanzo nel contesto del Nouveau Roman e delle sperimentazioni narrative contemporanee alla produzione dell’autrice. La forma corale e la strutturazione poetica del testo – fatto di ripetizioni, brevi frasi martellanti e interruzioni costanti della tradizionale continuità del discorso narrativo – riflettono una tensione tra il conformismo delle convenzioni letterarie e la ricerca di una parola autentica e singolare. Ida, figura ellittica e irriducibile, sfida il dominio della parola altrui, trasformandosi in emblema di una poetica dell’interruzione e del silenzio, che spezza il flusso delle chiacchiere e rivendica l’assenza come spazio di significato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.