La pedagogia interculturale si pone come valida alternativa alla contrapposizione tra l’orientalismo e l’occidentalismo, nelle accezioni che ne danno Said (2003) e Gramsci (1975). Attraverso strumenti educativi quali il dialogo e l’ascolto attivo (Novara, 1997; Sclavi, 2003), infatti, la pedagogia ha come obiettivo la creazione di uno spazio di incontro e dialogo nel quale aprire i discenti alla subalternità, mettendo in discussione pregiudizi e stereotipi personali (Galli, 1996). Poiché, tuttavia, la creazione di uno spazio di incontro presuppone un apprendimento esperienziale (Dewey, 1993), ciò non può avvenire se non si considerano strategie quali la mediazione interculturale e la capacità di vedere i conflitti non come occasioni di scontro, ma occasione di evoluzione socioculturale (Donnici, 2012; Cambi, 2016). In tal senso, per favorire il dialogo tra universi all’apparenza opposti, quali Oriente e Occidente, la pedagogia deve favorire la formazione, nel discente e nell’insegnante, a una forma mentis multiculturale (Fiorucci, 2020), che guardi all’alterità non come a un ostacolo, ma a una possibilità di apertura e crescita.

La pedagogia interculturale come gestione dei conflitti

Farnaz Farahi
2024-01-01

Abstract

La pedagogia interculturale si pone come valida alternativa alla contrapposizione tra l’orientalismo e l’occidentalismo, nelle accezioni che ne danno Said (2003) e Gramsci (1975). Attraverso strumenti educativi quali il dialogo e l’ascolto attivo (Novara, 1997; Sclavi, 2003), infatti, la pedagogia ha come obiettivo la creazione di uno spazio di incontro e dialogo nel quale aprire i discenti alla subalternità, mettendo in discussione pregiudizi e stereotipi personali (Galli, 1996). Poiché, tuttavia, la creazione di uno spazio di incontro presuppone un apprendimento esperienziale (Dewey, 1993), ciò non può avvenire se non si considerano strategie quali la mediazione interculturale e la capacità di vedere i conflitti non come occasioni di scontro, ma occasione di evoluzione socioculturale (Donnici, 2012; Cambi, 2016). In tal senso, per favorire il dialogo tra universi all’apparenza opposti, quali Oriente e Occidente, la pedagogia deve favorire la formazione, nel discente e nell’insegnante, a una forma mentis multiculturale (Fiorucci, 2020), che guardi all’alterità non come a un ostacolo, ma a una possibilità di apertura e crescita.
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