L’affido familiare è una risorsa per la comunità, in quanto realizza l’esigenza di attuare il diritto del minore a crescere in un ambiente familiare, quando la sua famiglia di origine non sia temporaneamente in grado di provvedere ai suoi interessi, al suo «migliore interesse» (art. 3 CRC), ai doveri che la normativa e, soprattutto, la natura del ruolo genitoriale richiedono. È una risorsa per la comunità, ancora, perché mette in moto relazioni, collega due mondi familiari creando un ponte fra l’affidatario e la famiglia di origine del minore. Il diritto vorrebbe la temporaneità dell’affidamento familiare e l’accompagnamento della famiglia di origine da parte dei servizi, in modo che possano essere risolte le problematiche della famiglia di origine e il minore possa rientrarvi appena possibile: non sempre questo è realizzabile de facto. L’affidatario, poi, dovrebbe ricevere formazione (prima) e accompagnamento (durante) per essere consapevole dei doveri e delle responsabilità che l’affido richiede, riuscendo a reggerne le tensioni e le difficoltà e mantenendo sempre, là dove è possibile, il ruolo di famiglia complementare, aggiuntiva, di appoggio, alla famiglia di origine. Le prassi di attuazione della normativa in materia e le varie sfumature della realtà delle singole storie familiari, tuttavia, sollevano interrogativi, fanno emergere nodi e aprono ulteriori piste di riflessione e analisi sul tema.

'OHANA. Il diritto del minore di crescere in famiglia e l'esperienza dell'affido familiare

CROCETTA C;
2015-01-01

Abstract

L’affido familiare è una risorsa per la comunità, in quanto realizza l’esigenza di attuare il diritto del minore a crescere in un ambiente familiare, quando la sua famiglia di origine non sia temporaneamente in grado di provvedere ai suoi interessi, al suo «migliore interesse» (art. 3 CRC), ai doveri che la normativa e, soprattutto, la natura del ruolo genitoriale richiedono. È una risorsa per la comunità, ancora, perché mette in moto relazioni, collega due mondi familiari creando un ponte fra l’affidatario e la famiglia di origine del minore. Il diritto vorrebbe la temporaneità dell’affidamento familiare e l’accompagnamento della famiglia di origine da parte dei servizi, in modo che possano essere risolte le problematiche della famiglia di origine e il minore possa rientrarvi appena possibile: non sempre questo è realizzabile de facto. L’affidatario, poi, dovrebbe ricevere formazione (prima) e accompagnamento (durante) per essere consapevole dei doveri e delle responsabilità che l’affido richiede, riuscendo a reggerne le tensioni e le difficoltà e mantenendo sempre, là dove è possibile, il ruolo di famiglia complementare, aggiuntiva, di appoggio, alla famiglia di origine. Le prassi di attuazione della normativa in materia e le varie sfumature della realtà delle singole storie familiari, tuttavia, sollevano interrogativi, fanno emergere nodi e aprono ulteriori piste di riflessione e analisi sul tema.
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