Il contributo analizza la relazione tra lavoro agile, spazio domestico e identità femminile attraverso un’analisi comparata di The Last Samurai di Helen DeWitt (2000) e Negative Space di Gillian Linden (2024). Entrambi i romanzi pongono al centro della narrazione la figura di una madre che svolge un lavoro cognitivo precario e deve gestire simultaneamente la sfera professionale e il lavoro invisibile di cura all’interno dello spazio domestico. Se in The Last Samurai questa condizione diventa occasione per un progetto di emancipazione intellettuale, alternativo alle logiche della produttività neoliberale, in Negative Space, ambientato nel periodo successivo al lockdown, si traduce in ansia e perdita di orientamento
Soggettività femminile e spazio domestico nell’era del lavoro agile. Un confronto tra "The Last Samurai" di Helen De Witt e "Negative Space" di Gillian Linden
Antonella De Blasio
Writing – Original Draft Preparation
2025-01-01
Abstract
Il contributo analizza la relazione tra lavoro agile, spazio domestico e identità femminile attraverso un’analisi comparata di The Last Samurai di Helen DeWitt (2000) e Negative Space di Gillian Linden (2024). Entrambi i romanzi pongono al centro della narrazione la figura di una madre che svolge un lavoro cognitivo precario e deve gestire simultaneamente la sfera professionale e il lavoro invisibile di cura all’interno dello spazio domestico. Se in The Last Samurai questa condizione diventa occasione per un progetto di emancipazione intellettuale, alternativo alle logiche della produttività neoliberale, in Negative Space, ambientato nel periodo successivo al lockdown, si traduce in ansia e perdita di orientamentoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


