Il saggio prende in esame la questione delle sperimentazioni e delle riflessioni teoriche attorno al rapporto tra il suono e il colore nell'ambito artistico, musicale e scientifico tra il Cinquecento e il Settecento, ossia dal cosiddetto "liuto prospettico" dell'Arcimboldo al "clavecin oculaire" di Padre Castel. La novità principale del saggio consiste però nella scoperta che, nell'individuazione dei colori all'interno dello spettro luminoso, Newton abbia fatto riferimento - per analogia - non già alla scala musicale temperata (sette note per sette colori), bensì alla scala "misolidia" della tradizione gregoriana, ovvero al "settimo modo" gregoriano.
Lo spettro "misolidio" di Newton. Il rapporto suono-colore nei secoli XVI-XVIII: un incontro tra pittura, scienza e musica
BOLPAGNI, PAOLO
2004-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame la questione delle sperimentazioni e delle riflessioni teoriche attorno al rapporto tra il suono e il colore nell'ambito artistico, musicale e scientifico tra il Cinquecento e il Settecento, ossia dal cosiddetto "liuto prospettico" dell'Arcimboldo al "clavecin oculaire" di Padre Castel. La novità principale del saggio consiste però nella scoperta che, nell'individuazione dei colori all'interno dello spettro luminoso, Newton abbia fatto riferimento - per analogia - non già alla scala musicale temperata (sette note per sette colori), bensì alla scala "misolidia" della tradizione gregoriana, ovvero al "settimo modo" gregoriano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.