La storia dei rapporti di coproduzione cinematografica tra Italia e Jugoslavia è allo stesso tempo marginale, lunga e complessa. Marginale perché quella jugoslava era tutt’altro che un’industria cinematografica di primo piano, e per il partner italiano contava più come fornitrice di strutture e servizi che come socio alla pari: un ruolo, quest’ultimo, che era riservato, come è noto, prevalentemente alla Francia. Lunga, perché abbraccia un periodo che va dall’indomani della temporanea risoluzione delle diatribe territoriali relative alla sovranità su Trieste e sulla Dalmazia, e si estende oltre la morte di Tito, all’alba della definitiva dissoluzione della Federazione Jugoslava. Infine complessa, perché i momenti di intersezione tra le due cinematografie sono in realtà molteplici, e riguardano il modo in cui entrambe queste culture nazionali hanno utilizzato il cinema al fine di ricostruire la propria identità sulla base dei recenti traumi bellici. Lo scopo di questo saggio è quello di indagare la relazione tra coproduzioni e rappresentazione del comune passato bellico, e in particolare dell’invasione italiana della penisola balcanica, prendendo in esame la dimensione produttiva e i processi di ridefinizione dell’identità nazionale, dapprima all’interno di alcuni film in coproduzione maggioritaria italiani imperniati sul secondo conflitto mondiale, tra cui Kapò (Gillo Pontecorvo, 1960), Le soldatesse (Valerio Zurlini, 1965) e Andremo in città (Nelo Risi, 1965); poi, all’interno del kolossal in coproduzione maggioritaria jugoslava La battaglia della Neretva (Bitka na Neretvi, Veljko Bulajić, 1969).

Cinecittà sulla Neretva. La seconda guerra mondiale nelle co-produzioni cinematografiche tra Italia e Jugoslavia

DI CHIARA, FRANCESCO
2015-01-01

Abstract

La storia dei rapporti di coproduzione cinematografica tra Italia e Jugoslavia è allo stesso tempo marginale, lunga e complessa. Marginale perché quella jugoslava era tutt’altro che un’industria cinematografica di primo piano, e per il partner italiano contava più come fornitrice di strutture e servizi che come socio alla pari: un ruolo, quest’ultimo, che era riservato, come è noto, prevalentemente alla Francia. Lunga, perché abbraccia un periodo che va dall’indomani della temporanea risoluzione delle diatribe territoriali relative alla sovranità su Trieste e sulla Dalmazia, e si estende oltre la morte di Tito, all’alba della definitiva dissoluzione della Federazione Jugoslava. Infine complessa, perché i momenti di intersezione tra le due cinematografie sono in realtà molteplici, e riguardano il modo in cui entrambe queste culture nazionali hanno utilizzato il cinema al fine di ricostruire la propria identità sulla base dei recenti traumi bellici. Lo scopo di questo saggio è quello di indagare la relazione tra coproduzioni e rappresentazione del comune passato bellico, e in particolare dell’invasione italiana della penisola balcanica, prendendo in esame la dimensione produttiva e i processi di ridefinizione dell’identità nazionale, dapprima all’interno di alcuni film in coproduzione maggioritaria italiani imperniati sul secondo conflitto mondiale, tra cui Kapò (Gillo Pontecorvo, 1960), Le soldatesse (Valerio Zurlini, 1965) e Andremo in città (Nelo Risi, 1965); poi, all’interno del kolossal in coproduzione maggioritaria jugoslava La battaglia della Neretva (Bitka na Neretvi, Veljko Bulajić, 1969).
2015
978-88-909551-4-3
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11389/16635
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact