Si tratta di uno studio che analizza la sentenza 4 giugno 2010, n. 193 della Corte Costituzionale, la quale ha affrontato le questioni di legittimità sollevate dalla Presidenza del Consiglio in merito a diverse norme contenute nel Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità di cui alla legge della Regione Piemonte 29 giugno 2009, n. 19. In primo luogo il lavoro ha inteso effettuare un corretto inquadramento delle questioni sottoposte alla Corte alla luce degli sviluppi della giurisprudenza costituzionale in materia di ambiente successiva alla riforma del Titolo V, con particolare riguardo alla ripartizione di competenze tra Stato e Regioni e approfondendo il tema soprattutto in merito alle aree protette. In secondo luogo il lavoro ha ricostruito la disciplina della tutela delle aree protette, a partire dalla previsione della potestà legislativa esclusiva dello Stato fino all’approfondimento del tema dell’esclusività dell’esercizio statale della funzione amministrativa. Infine, lo studio ha approfondito le modalità di svolgimento dei compiti in materia di tutela, valorizzazione, gestione e pianificazione territoriale delle aree protette, con particolare attenzione alla gerarchia degli strumenti pianificatori e all’incidenza territoriale delle normative di settore.
Il riparto di funzioni tra Stato e Regioni in materia di aree protette: un altro passo avanti nel consolidamento delle prerogative statali (nota a Corte Costituzionale, sentenza n. 193/2010)
SESSA, VALENTINA MARIA
2011-01-01
Abstract
Si tratta di uno studio che analizza la sentenza 4 giugno 2010, n. 193 della Corte Costituzionale, la quale ha affrontato le questioni di legittimità sollevate dalla Presidenza del Consiglio in merito a diverse norme contenute nel Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità di cui alla legge della Regione Piemonte 29 giugno 2009, n. 19. In primo luogo il lavoro ha inteso effettuare un corretto inquadramento delle questioni sottoposte alla Corte alla luce degli sviluppi della giurisprudenza costituzionale in materia di ambiente successiva alla riforma del Titolo V, con particolare riguardo alla ripartizione di competenze tra Stato e Regioni e approfondendo il tema soprattutto in merito alle aree protette. In secondo luogo il lavoro ha ricostruito la disciplina della tutela delle aree protette, a partire dalla previsione della potestà legislativa esclusiva dello Stato fino all’approfondimento del tema dell’esclusività dell’esercizio statale della funzione amministrativa. Infine, lo studio ha approfondito le modalità di svolgimento dei compiti in materia di tutela, valorizzazione, gestione e pianificazione territoriale delle aree protette, con particolare attenzione alla gerarchia degli strumenti pianificatori e all’incidenza territoriale delle normative di settore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.