L’illusione della volta di Palazzo Castelli-Visconti Di Modrone a Canegrate (Mi) mostra una scena architettonica che consente di aprire la volta grazie ad un apparato decorativo che trasfigura e sfonda lo spazio reale. Il nome dell’artefice di questa rappresentazione prospettica è documentato dall’iscrizione riportata sul dipinto. Nella scritta si legge “Gio. Batta. Grandi a fato la prospetiva” nel 1675. Ma qual è l’arcano sistema utilizzato dal quadraturista? Questo lavoro svela, tra ipotesi e conferme, gli stratagemmi operativi per acquisire e descrivere tale opera e il ragionamento geometrico, teorico e pratico, seguito dal pittore per dare l’illusione di continuità tra spazio reale e virtuale rappresentato dall’artificio prospettico. Il confronto con il trattato di Andrea Pozzo ha messo in evidenza una scuola di quadraturismo consolidata nel Ducato di Milano nella quale egli stesso si è formato prima della sua definitiva partenza per Roma (1681). Il soggiorno di Pozzo il Lombardia non è mai stato oggetto di una trattazione specifica e il nome del suo maestro resta sconosciuto. La ricerca mira ad analizzare altri sfondati prospettici dello stesso tipo con l’obiettivo di individuare un filone che conduce al maestro di Pozzo e dunque alla sua formazione teorica.

Teoria e pratica nella realizzazione di quadrature: la volta prospettica di Canegrate (MI) e il Trattato di Andrea Pozzo

Giampiero Mele;Sylvie Duvernoy
2016-01-01

Abstract

L’illusione della volta di Palazzo Castelli-Visconti Di Modrone a Canegrate (Mi) mostra una scena architettonica che consente di aprire la volta grazie ad un apparato decorativo che trasfigura e sfonda lo spazio reale. Il nome dell’artefice di questa rappresentazione prospettica è documentato dall’iscrizione riportata sul dipinto. Nella scritta si legge “Gio. Batta. Grandi a fato la prospetiva” nel 1675. Ma qual è l’arcano sistema utilizzato dal quadraturista? Questo lavoro svela, tra ipotesi e conferme, gli stratagemmi operativi per acquisire e descrivere tale opera e il ragionamento geometrico, teorico e pratico, seguito dal pittore per dare l’illusione di continuità tra spazio reale e virtuale rappresentato dall’artificio prospettico. Il confronto con il trattato di Andrea Pozzo ha messo in evidenza una scuola di quadraturismo consolidata nel Ducato di Milano nella quale egli stesso si è formato prima della sua definitiva partenza per Roma (1681). Il soggiorno di Pozzo il Lombardia non è mai stato oggetto di una trattazione specifica e il nome del suo maestro resta sconosciuto. La ricerca mira ad analizzare altri sfondati prospettici dello stesso tipo con l’obiettivo di individuare un filone che conduce al maestro di Pozzo e dunque alla sua formazione teorica.
2016
978-88-9377-013-2
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