All'inizio degli anni Ottanta Maurizio Sacripanti, uno dei protagonisti dell'architettura moderna nell'Italia del secondo dopoguerra, concepì l'originale ispirazione di recuperare il modello d'origine tardo-medievale del ponte edificato per progettare una singolare costruzione da destinare a spazio espositivo. Alla base di una sperimentazione apparentemente paradossale stava il tentativo di comporre l'inevitabile intimo dissidio sussistente fra le peculiarità più tipiche della struttura museale, emblema precipuo della contemplazione e della sosta (ciò, perlomeno, fino a prima dell’inaugurazione del Centre Pompidou di Parigi), e l'idea del transito, del passaggio e del dinamismo inarrestabile, connaturata al concetto stesso di "ponte", tanto più nella sua declinazione contemporanea.
Il ponte come spazio espositivo permanente: il Museo Parisi-Valle a Maccagno
Paolo Bolpagni
2018-01-01
Abstract
All'inizio degli anni Ottanta Maurizio Sacripanti, uno dei protagonisti dell'architettura moderna nell'Italia del secondo dopoguerra, concepì l'originale ispirazione di recuperare il modello d'origine tardo-medievale del ponte edificato per progettare una singolare costruzione da destinare a spazio espositivo. Alla base di una sperimentazione apparentemente paradossale stava il tentativo di comporre l'inevitabile intimo dissidio sussistente fra le peculiarità più tipiche della struttura museale, emblema precipuo della contemplazione e della sosta (ciò, perlomeno, fino a prima dell’inaugurazione del Centre Pompidou di Parigi), e l'idea del transito, del passaggio e del dinamismo inarrestabile, connaturata al concetto stesso di "ponte", tanto più nella sua declinazione contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.