La ricerca artistica di Marina Apollonio è incentrata sui risvolti percettivi che determinate forme geometriche, scientemente “programmate”, provocano sullo spettatore, il quale diventa così parte attiva dell’opera. Tale orientamento spinge l’artista a superare i processi automatici e gestuali della congiuntura informale in favore di una piena ripresa di “controllo” sul fare artistico. Tuttavia, nei suoi lavori Apollonio non manca di lasciare un certo margine di operatività anche alla componete emotiva. Infatti, grazie allo sfruttamento dei meccanismi sottesi ai principi della Gestalt, oltre a essere catturato dal rigore della composizione il fruitore dell’opera è investito allo stesso tempo da un vago senso di vertigine e smarrimento. L’artista, dunque, perviene a una sorta di sintesi a priori fra “ragione e sentimento” in nome di una salutare unità funzionale.
Marina Apollonio. La vertigine della percezione
giuseppe virelli
2022-01-01
Abstract
La ricerca artistica di Marina Apollonio è incentrata sui risvolti percettivi che determinate forme geometriche, scientemente “programmate”, provocano sullo spettatore, il quale diventa così parte attiva dell’opera. Tale orientamento spinge l’artista a superare i processi automatici e gestuali della congiuntura informale in favore di una piena ripresa di “controllo” sul fare artistico. Tuttavia, nei suoi lavori Apollonio non manca di lasciare un certo margine di operatività anche alla componete emotiva. Infatti, grazie allo sfruttamento dei meccanismi sottesi ai principi della Gestalt, oltre a essere catturato dal rigore della composizione il fruitore dell’opera è investito allo stesso tempo da un vago senso di vertigine e smarrimento. L’artista, dunque, perviene a una sorta di sintesi a priori fra “ragione e sentimento” in nome di una salutare unità funzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.