Il fenomeno degli studenti silenti e del conseguente dropout universitario si configura come composito e complesso, delimitarne i confini in maniera univoca e universale risulta pratica ostica nonostante l’apporto di molteplici discipline e studiosi. Il dialogo fra le differenti scienze assume un’importanza cruciale per affrontare efficacemente il tema educativo, in particolare il dialogo con le altre scienze umane rappresenta un’occasione di riflessione ed azione fondamentale per tornare alle fondamenta etiche che muovono l’agire formativo. Un approccio critico, che coniughi la pedagogia con i risultati delle ricerche psicologiche e sociologiche, rappresenta un’occasione per evitare di cadere in uno sguardo puramente ‘curativo’ del problema del dropout o solo focalizzato su fattori di contesto, consentendo di riflettere ed agire su modalità e motivazioni sottese all’abbandono. La difficoltà nel definire in maniera univoca l’abbandono scolastico non deve far desistere dal tentativo di affrontare il tema con rigore empirico, trovare definizioni seppur parziali aiuta lo studioso ad interrogarsi sulle mancanze, sulle zone d’ombra che necessitano di essere indagate senza dimenticare la persona che è sostanza del dato che possiamo leggere. In questo quadro epistemico si colloca la ricerca “Progettazione di attività di consulenza psicopedagogica per studenti dell’Università degli Studi di Brescia che faticano ad acquisire i crediti formativi necessari per accedere al secondo anno di corso”. L’indagine si colloca come proseguo di un’indagine quantitativa volta ad interpellare gli studenti silenti mediante la compilazione di un questionario al fine di ‘fotografarne’ caratteristiche e partecipazione universitaria. Alla luce dei risultati emersi e della difficoltà riscontrata ad entrare in contatto con gli studenti silenti si è resa necessaria un’indagine qualitativa che prosegua il lavoro svolto. Obiettivo dell’indagine è conoscere gli studenti silenti mediante un dialogo con le figure che, a vario titolo, interagiscono e si relazionano con essi al fine di comprendere come poter intervenire in maniera efficace ed efficiente sulla problematica. La povertà educativa generata dal drop out universitario esorta la riflessione pedagogica ad affiancare le necessarie azioni sistemiche di supporto, con riflessioni e azioni formative atte a supportare lo studente a rischio di drop out e prevenirne la fuoriuscita. Per agire in maniera efficace è necessario che l’organizzazione formativa sviluppi
Povertà educativa e studenti universitari ‘silenti’. Una questione emblematica per la pedagogia sociale
zane
2025-01-01
Abstract
Il fenomeno degli studenti silenti e del conseguente dropout universitario si configura come composito e complesso, delimitarne i confini in maniera univoca e universale risulta pratica ostica nonostante l’apporto di molteplici discipline e studiosi. Il dialogo fra le differenti scienze assume un’importanza cruciale per affrontare efficacemente il tema educativo, in particolare il dialogo con le altre scienze umane rappresenta un’occasione di riflessione ed azione fondamentale per tornare alle fondamenta etiche che muovono l’agire formativo. Un approccio critico, che coniughi la pedagogia con i risultati delle ricerche psicologiche e sociologiche, rappresenta un’occasione per evitare di cadere in uno sguardo puramente ‘curativo’ del problema del dropout o solo focalizzato su fattori di contesto, consentendo di riflettere ed agire su modalità e motivazioni sottese all’abbandono. La difficoltà nel definire in maniera univoca l’abbandono scolastico non deve far desistere dal tentativo di affrontare il tema con rigore empirico, trovare definizioni seppur parziali aiuta lo studioso ad interrogarsi sulle mancanze, sulle zone d’ombra che necessitano di essere indagate senza dimenticare la persona che è sostanza del dato che possiamo leggere. In questo quadro epistemico si colloca la ricerca “Progettazione di attività di consulenza psicopedagogica per studenti dell’Università degli Studi di Brescia che faticano ad acquisire i crediti formativi necessari per accedere al secondo anno di corso”. L’indagine si colloca come proseguo di un’indagine quantitativa volta ad interpellare gli studenti silenti mediante la compilazione di un questionario al fine di ‘fotografarne’ caratteristiche e partecipazione universitaria. Alla luce dei risultati emersi e della difficoltà riscontrata ad entrare in contatto con gli studenti silenti si è resa necessaria un’indagine qualitativa che prosegua il lavoro svolto. Obiettivo dell’indagine è conoscere gli studenti silenti mediante un dialogo con le figure che, a vario titolo, interagiscono e si relazionano con essi al fine di comprendere come poter intervenire in maniera efficace ed efficiente sulla problematica. La povertà educativa generata dal drop out universitario esorta la riflessione pedagogica ad affiancare le necessarie azioni sistemiche di supporto, con riflessioni e azioni formative atte a supportare lo studente a rischio di drop out e prevenirne la fuoriuscita. Per agire in maniera efficace è necessario che l’organizzazione formativa sviluppiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.