Emozioni e Buddhismo

This contribution explores the relationship between emotions and Buddhism, showing how the term “emotion” has no direct equivalent in classical Buddhist languages. Through comparison with neuroscience and Western philosophy, the analysis highlights how emotions, considered in Buddhism as mental conditions that hinder or transform perception, can become tools of awareness. The author brings together the neuropsychological perspective (Panksepp, Frijda) with the Buddhist perspective, highlighting the function of destructive emotions and the possibility of transforming them into paths to liberation. The reflection concludes by emphasising the relevance of the dialogue between science and Buddhism and the need for an experiential rather than an erudite approach.

Il contributo indaga il rapporto tra emozioni e buddhismo, mostrando come il termine “emozione” non abbia un corrispettivo diretto nelle lingue classiche buddhiste. Attraverso il confronto con le neuroscienze e la filosofia occidentale, l’analisi evidenzia come le emozioni, considerate nel buddhismo condizioni mentali che ostacolano o trasformano la percezione, possano diventare strumenti di consapevolezza. L’autore mette in dialogo la prospettiva neuropsicologica con quella buddhista, evidenziando la funzione delle emozioni distruttive e la possibilità di trasformarle in vie di liberazione. La riflessione si conclude sottolineando l’attualità del dialogo tra scienza e buddhismo e la necessità di un approccio esperienziale più che erudito