La pandemia da Covid19 che, da Febbraio 2020 ha colpito l’economia mondiale, ha costretto moltissime aziende a correre ai ripari, ove possibile, con riconversioni produttive e organizzative. Nel 90% delle organizzazioni italiane (Torre 2020) si è fatto ricorso allo “Smart Working (SW)”, il cosiddetto lavoro agile, per le attività amministrative, formative ma anche impiegatizie, commerciali, di servizi e formative. Lo SW è diverso dal telelavoro e dal lavoro flessibile e, nella sua miglior applicazione, anche ben prima della comparsa del Coronavirus, è stato capace di intrecciare aspetti di “worklife balance” e di orientamento al risultato, purchè ci fosse un adeguato cambiamento nella cultura organizzativa e nella filosofia manageriale e l’adeguamento delle condizioni domestiche e delle dotazioni di strumenti, tecnologie, contesti familiari o luoghi capaci di corrispondere alle esigenze dei lavoratori. Scopo di questo lavoro è cercare di capire quali possono essere le competenze necessarie ai manager, per gestire al meglio tale organizzazione del lavoro perchè sia davvero “smart” per le organizzazioni e le persone. Dopo un primo inquadramento rapido della definizione di SW, della normativa su cui si basa e di alcuni dati della sua diffusione nel territorio italiano, nella seconda parte ci si sofferma ad analizzarne le differenze con le altre forme di lavoro per poi affrontare la risposta alle esigenze organizzative e dei lavoratori. Nel terzo e quarto paragrafo si analizzano le competenze necessarie all’implementazione e alla gestione dello SW e si presenta una panoramica delle competenze ritenute più adeguate per i manager sulla base di alcune interviste e dell’incrocio dei dati con una biblioteca fornita da un editore di soluzioni esperte per la loro valutazione in ambito professionale. Infine, le conclusioni dell’autrice.

Smart working, smart organization, smart skill

Bonomi Sabrina
2020-01-01

Abstract

La pandemia da Covid19 che, da Febbraio 2020 ha colpito l’economia mondiale, ha costretto moltissime aziende a correre ai ripari, ove possibile, con riconversioni produttive e organizzative. Nel 90% delle organizzazioni italiane (Torre 2020) si è fatto ricorso allo “Smart Working (SW)”, il cosiddetto lavoro agile, per le attività amministrative, formative ma anche impiegatizie, commerciali, di servizi e formative. Lo SW è diverso dal telelavoro e dal lavoro flessibile e, nella sua miglior applicazione, anche ben prima della comparsa del Coronavirus, è stato capace di intrecciare aspetti di “worklife balance” e di orientamento al risultato, purchè ci fosse un adeguato cambiamento nella cultura organizzativa e nella filosofia manageriale e l’adeguamento delle condizioni domestiche e delle dotazioni di strumenti, tecnologie, contesti familiari o luoghi capaci di corrispondere alle esigenze dei lavoratori. Scopo di questo lavoro è cercare di capire quali possono essere le competenze necessarie ai manager, per gestire al meglio tale organizzazione del lavoro perchè sia davvero “smart” per le organizzazioni e le persone. Dopo un primo inquadramento rapido della definizione di SW, della normativa su cui si basa e di alcuni dati della sua diffusione nel territorio italiano, nella seconda parte ci si sofferma ad analizzarne le differenze con le altre forme di lavoro per poi affrontare la risposta alle esigenze organizzative e dei lavoratori. Nel terzo e quarto paragrafo si analizzano le competenze necessarie all’implementazione e alla gestione dello SW e si presenta una panoramica delle competenze ritenute più adeguate per i manager sulla base di alcune interviste e dell’incrocio dei dati con una biblioteca fornita da un editore di soluzioni esperte per la loro valutazione in ambito professionale. Infine, le conclusioni dell’autrice.
2020
978-88-99978-32-7
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