La motivazione, nella sua duplice funzione (endoprocessuale ed extraprocessuale), deve essere il frutto di una sintesi ricostruttiva che renda logicamente comprensibili le argomentazioni tecniche introdotte nel processo dagli esperti. Per il tramite delle regole probatorie si compie la processualizzazione della scienza e si risolve il paradosso della prova scientifica, il cui apporto conoscitivo deve essere filtrato nel contraddittorio fra le parti e autonomamente valutato dal giudice. Le osservazioni del perito o dei consulenti possono tranquillamente essere poste a fondamento della decisione ed essere integralmente riportate nella motivazione del provvedimento purché, in ordine alle diverse ricostruzioni proposte, non si manchi di giustificare il proprio assenso o il proprio dissenso.
L’“autonoma valutazione” del giudice quale baluardo contro l’appiattimento sulla prova scientifica
Marco Cecchi
2017-01-01
Abstract
La motivazione, nella sua duplice funzione (endoprocessuale ed extraprocessuale), deve essere il frutto di una sintesi ricostruttiva che renda logicamente comprensibili le argomentazioni tecniche introdotte nel processo dagli esperti. Per il tramite delle regole probatorie si compie la processualizzazione della scienza e si risolve il paradosso della prova scientifica, il cui apporto conoscitivo deve essere filtrato nel contraddittorio fra le parti e autonomamente valutato dal giudice. Le osservazioni del perito o dei consulenti possono tranquillamente essere poste a fondamento della decisione ed essere integralmente riportate nella motivazione del provvedimento purché, in ordine alle diverse ricostruzioni proposte, non si manchi di giustificare il proprio assenso o il proprio dissenso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.